Quando Ray Charles pensava a Georgia, io ho sempre immaginato stesse pensando ad una città. Quando ho deciso di disegnare la città di Pisa ho pensato a lui, all’amore e lo strazio con cui cantava la sua Georgia (a questo punto non importa chi o che cosa fosse) e ho associato quell’intensità alla mia, alla mia tormentata visione di Pisa, una città che per motivi profondi ho amato e per gli stessi motivi ho allontanato.
Pisa nella mia mente è fatta di spazi separati, di piazze dove c’è il negozietto alternativo (si chiamerà ancora “Chicco di senape”?), strade piene di negozi e negozietti, luoghi di interesse turistico come la piazza dei Cavalieri o la piazza dei Miracoli, ma soprattutto è fatta di Arno, Arno in ogni dove.
La mia Pisa è un insieme di spazietti collegati tra loro, non proprio geograficamente corretti, ma ci sono, sono loro, si riconoscono. Un tributo a Pisa, per tutto quello che ho vissuto con lei e i suoi abitanti. Un amore di città!
