Metti un po’ di musica leggera perchè ho voglia di niente

Aleggia su di noi questa canzone, una specie di cantilena che ci dice che dobbiamo stare calmi, che ci dobbiamo distanziare dalle angosce e dagli incubi che questo momento storico ci sta facendo passare. Una specie di musichetta che non sai se piangere o se ridere, che non sai se lasciarti andare, e prenderla bene, o se iniziare a urlare come in un film horror, in cui la gente balla e canta mentre attorno tutto si distrugge.

Una musichetta che aleggia, come un gas nervino sulla città …

Metti un po’ di musica leggera perchè ho voglia di niente – Acquarello su carta (20×60 cm)

Fiori in città!

Quello di seguito è il primo disegno che ho fatto nel lontano 2018, diciamo il primo che io abbia fatto con l’intenzione di realizzare qualcosa di proponibile al mondo esterno. Il primo disegno con il quale ho dato voce, in modo serio, alla mia voglia di creare immagini che rappresentassero il mio pensiero e il mio modo di essere.

Case e fiori – Acquarello (35×35 cm)

Si può fare!

Un giorno ho trovato un artista polacco su Instagram, Tytus Brzozowski, da me chiamato semplicemente Tytus. Sicuramente architetto, sicuramente acquarellista, sicuramente dotato di una serietà incontestabile, motivo per il quale quando poi, guardando bene i suoi disegni, si trovava qualche teiera volante nel cielo azzurro, o qualche dado a mo’ di capitello (ma anche omini volanti tirati da ombrelli, mongolfiere di tutte le dimensioni, casette sospese …) si pensava che fosse quasi plausibile.

Bè, quando ho visto Tytus mi sono detta: si può fare!

Si può disegnare una casa con finestre non allineate, perchè non ci sarà un terremoto che farà crollare la facciata! Si possono far volare nel cielo gli elefanti, perchè la gravità è illusoria quando si usa la carta e la matita! si possono disegnare fiori enormi che escono dai balconi, anche se nella realtà è difficile poterli incontrare. Si possono creare giardini sui tetti, come se i parchi si trasferissero in superficie, lontano da asfalto, cemento, macchine e parcheggi. E infine, ma gli esempi potrebbero essere molti di più, è possibile che una città si condensi in un’unica idea, un’unica sovrapposizione di elementi che la richiamano ma che non sono proprio disposti li, dove il disegno ha deciso di posizionarli.

Invento case, invento spazi, invento città. Si, si può fare!

Terrazze – Acquarello e china (50×70 cm)

Lockdown – Lockup

Abbiamo passato due mesi sul terrazzo di casa. Grazie al cielo il nostro palazzo ne è provvisto. La temperatura è sempre stata mite e ad una certa ora della giornata siamo sempre andati su, a prendere un po’ d’aria, ad allungare lo sguardo, a sgranchirci le gambe. E giorno dopo giorno abbiamo iniziato a riconoscere la fauna circostante.

A parte i corvi appollaiati sule antenne, le persone hanno trovato i modi più disparati per passare il tempo: yoga, ginnastica, solarium semiintegrale, chi camminava girando decine di volte lungo il perimetro del lastrico solare, chi ballava, chi pranzava sul balcone. Discussioni ormai di dominio pubblico tra coloro che abitavano gli attici e ragazzini che giocavano a chiapparella sui tetti. Crisi condominiali per gli abitanti degli ultimi piani, non abituati a sentire persone camminargli sulla testa, ma nuovi incontri verso il tramonto tra vicini di casa che non si erano mai visti. Per non parlare dei cori, dei canti, degli spettacoli di opera lirica improvvisati tra i balconi del vicinato.

E’ stata un’esperienza unica, spero irripetibile.

Balconi – Acquarello su carta (35×25 cm)

Pisa on my mind

Quando Ray Charles pensava a Georgia, io ho sempre immaginato stesse pensando ad una città. Quando ho deciso di disegnare la città di Pisa ho pensato a lui, all’amore e lo strazio con cui cantava la sua Georgia (a questo punto non importa chi o che cosa fosse) e ho associato quell’intensità alla mia, alla mia tormentata visione di Pisa, una città che per motivi profondi ho amato e per gli stessi motivi ho allontanato.

Pisa nella mia mente è fatta di spazi separati, di piazze dove c’è il negozietto alternativo (si chiamerà ancora “Chicco di senape”?), strade piene di negozi e negozietti, luoghi di interesse turistico come la piazza dei Cavalieri o la piazza dei Miracoli, ma soprattutto è fatta di Arno, Arno in ogni dove.

La mia Pisa è un insieme di spazietti collegati tra loro, non proprio geograficamente corretti, ma ci sono, sono loro, si riconoscono. Un tributo a Pisa, per tutto quello che ho vissuto con lei e i suoi abitanti. Un amore di città!

Pisa on my mind – Acquarello su carta (35×70 cm)

Liberi dentro

“E’ la mia natura” dice lo scorpione quando punge la rana, pur sapendo che così affogheranno insieme e nessuno dei due si salverà.

Da brava scorpione sono li tentata di trovare una soluzione per uscire dal cubo in cui mi trovo. L’ho sempre fatto, di trovare orizzonti e prospettive laddove il muro la faceva da padrone. Circondata da una buona dose di illusione, fantasia e creatività. Che ti sollevano dalle criticità portandosi dietro la vita e l’istinto che ci guida verso la libertà.

Chissà se questa rana saprà difendersi dal mio attacco finale, quando poi, vicini all’uscita, faremo davvero i conti con quello che ci aspetta.

Pivot e frog – Acquarello su carta (25×25 cm)